GEOLOGIA POETICA
CICLO DI CONVERSAZIONI
❶ Emanuele Coccia → insegna a Parigi. È stato Visiting Professor nelle università di Buenos Aires, Columbia NY, Harvard, Monaco, Venezia, Tokyo e Weimar. Tra le sue opere, tradotte in molte lingue, La vita delle piante (2018), Filosofia della casa (2021) e Metamorfosi (2022) In collaborazione con Giorgio Agamben, ha pubblicato Angeli. Ebraismo, Cristianesimo, Islam (2009). Nel 2019 è stato consulente scientifico della mostra Nous les Arbres, presentata alla Fondation Cartier di Parigi. Ha realizzato video di animazione come Quercus (2019, con Formafantasma), Heaven in Matter (2021, con Faye Formisano) e The Portal of Mysteries (2022, con Dotdotdot). Ha edito i cataloghi della 23ma Triennale di Architettura e Design di Milano, Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries (2022). Sta scrivendo un'opera a quattro mani sul rapporto tra moda e filosofia con il direttore creativo di Gucci Alessandro Michele.
❷ Pietro Gaglianò → (1975) è critico d’arte e curatore indipendente. Dopo la laurea in architettura ha approfondito il rapporto tra l’estetica del potere e le contronarrazioni agite dall’arte, prediligendo il contesto urbano e sociale come scena dei linguaggi contemporanei, con una particolare attenzione per i sistemi teorici della Performance Art. Nei suoi libri e nelle sue mostre è centrale la sperimentazione di formati ibridi tra arte e scienze sociali per coltivare la percezione politica dello spazio pubblico e della comunità. Su questo tema e sul ruolo dei monumenti celebrativi ha pubblicato, oltre a numerosi saggi, Memento. L’ossessione del Visibile (Postmedia Books, 2016). Insegna in istituzioni italiane e statunitensi ed è attivo in progetti e reti internazionali che sperimentano pratiche di arte e educazione non formale per l’inclusione sociale e contro la discriminazione. Sulla pedagogia radicale ha pubblicato La sintassi della libertà. Arte, pedagogia, anarchia (Gli Ori, 2020).
❸ Annalisa Sacchi → è Professoressa Ordinaria in Estetica del teatro presso l’Università Iuav di Venezia, dove dal 2017 dirige il corso di laurea magistrale in Teatro e Arti performative. È Principal Investigator del progetto vincitore di ERC Starting Grant della Commissione Europea “INCOMMON. In praise of Community. Shared creativity in arts and politics in Italy (1959-1979)”. Dopo il PhD in Studi teatrali e cinematografici all’Università di Bologna, ha svolto ricerca alla Queen Mary University of London, al Warburg Institute e alla New York University. È stata Lauro De Bosis Fellow e Lecturer ad Harvard University, dove ha insegnato dal 2012 al 2014. È stata Research Associate presso il Dipartimento di Italian Studies di UCL. Dirige le collane editoriali Estetica e Politica della Performance presso Bulzoni Editore (con Aleksandra Jovicevic), e INCOMMON presso Marsilio Editore. Dal 2004 al 2012 è stata caporedattore della rivista indipendente “Art’O. Cultura e Politica delle arti sceniche”. Tra le sue pubblicazioni recenti: In Fiamme. La performance nello spazio delle lotte (1967-1979), con I. Caleo e P. Di Matteo, 2021; La performance della memoria, con F. Bortoletti, 2018, Shakespeare per la Socìetas Raffaello Sanzio 2014, Il posto del re. Estetiche del teatro di regia nel modernismo e nel contemporaneo, 2012.
❹ Giorgiomaria Cornelio → (1997) ha fondato insieme a Lucamatteo Rossi l’atlante Navegasión, inaugurato con il film "Ogni roveto un dio che arde" durante la 52esima edizione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. La loro "Trilogia dei viandanti" (2016-2020) è stata presentata in festival e spazi espositivi internazionali. Cornelio è poeta, regista, curatore, redattore di «Nazione Indiana». Suoi interventi sono apparsi su «Le parole e le cose», «Doppiozero», «Il Tascabile», «Antinomie», «L'indiscreto». Ha vinto il Premio Opera Prima con la raccolta "La Promessa Focaia" (Anterem, 2019). Per Argolibri, ha curato “La radice dell’inchiostro - Dialoghi sulla poesia”. Per Luca Sossella Editore, ha pubblicato "La consegna delle braci". Insieme a Giuditta Chiaraluce ha ideato il progetto di esoeditoria Edizioni Volatili. Dirige il festival "I fumi della fornace". È laureato al Trinity College di Dublino.
❺ Extragarbo → è una piattaforma di produzione artistica e curatoriale che opera nelle arti performative, fondata nel 2019 a Venezia. I membri (Est Coulon, Cosimo Ferrigolo, Gaia Ginevra Giorgi, Edoardo Lazzari, Leonardo Schifino, Theresa Maria Schlichtherle e Giusy Guadagno), condividendo posizionamento, desideri e strategie, decidono di creare un soggetto in grado di proteggere i loro percorsi offrendo un sostegno concreto alla ricerca e alla produzione. Extragarbo sostiene e produce i progetti performativi e curatoriali degli/delle artist* fondat* e delle loro collaborazioni. Tra i progetti performativi sostenuti: Fin che ci trema il cuore (Far Out 2022), Wash your art, wash your city (Performing Architecture 2022), Acabadabra (Short Theatre 2021), Call Monica, rovìnati (Santarcangelo Festival 2021). Tra i progetti curatoriali: Il Divertimento per li Regazzi (2019), Isole Querelas (2020), Disabitare (2020), Training for the Future (in collaborazione con Sale Docks, Florian Malzacher e Jonas Staal; 2021) e S.A.F.E. (2021). A livello metodologico, Extragarbo opera secondo una logica orizzontale e un pensiero localizzato.
La geologia è una disciplina scientifica che si occupa di studiare i processi di cambiamento della Terra e degli altri corpi del Sistema Solare che hanno una superficie solida. Una disciplina per cui Civita è campo di studio privilegiato. Al termine scientifico è stato accostato l’aggettivo poetica. Non si tratta di un tentativo estremo di romanticizzazione, piuttosto di una pratica di resistenza militante. Nel pensare questa sezione di incontri, l’erosione del terreno di Civita non vuole essere musealizzata, celebrata o arrestata; vuole essere, invece, condivisa e osservata, per intravedere, anche in un processo di deterioramento, un possibile da abitare insieme. Abbiamo quindi chiesto a Annalisa Sacchi, Emanuele Coccia, Pietro Gaglianò, Giorgiomaria Cornelio e Extragarbo, di condividere con il nostro pubblico alcune riflessioni su Civita in relazione a Civitonia. Non è stato chiedere di intervenire con dei contrafforti che contengono, arginano e commentano quanto accade nel Festival. Si tratta, invece, della tessitura di una rete dalle maglie larghe che permette alle rocce che compongono il terreno di Civita, alle dinamiche di sfruttamento dell’immagine della città e agli oggetti performativi che fanno il Festival, di essere osservati da vicino e analizzati nelle loro relazioni, ponendo questioni e non rispondendo a domande, per abitare e condividere il crollo, inevitabile.